Un giorno un cacciatore iraniano ha deposto la sua arma e ha dedicato la sua vita alla protezione dell’ecosistema del suo paese. Il suo nome era Eskandar Firouz, il padre dell’ambiente iraniano. Nato nel 1926 a Shiraz, ha studiato ingegneria edile presso la Yale University negli Stati Uniti e in seguito è diventato membro dell’Assemblea consultiva nazionale iraniana. Sebbene amasse la caccia, iniziò a cambiare mentalità dopo un viaggio in Africa e aver visto la sua natura in pericolo. Di conseguenza, emanò una legge sulle restrizioni della caccia, riconoscendo che per proteggere l’ambiente era necessaria una forza esperta che non esisteva in Iran, formando un’accademia e un’organizzazione per la protezione dell’ambiente. Quindi, per sensibilizzare le persone sulla diversità climatica, raccolse una selezione di piante tipiche iraniane in un’area di 145 ettari, poiché si rese conto che anche lo sviluppo culturale è essenziale. Per questo motivo fondò la rivista “Caccia e Natura” per avvicinare le persone all’immagine affascinante e seducente della natura anziché la caccia. Fu anche il fondatore della Convenzione di Ramsar sulle zone umide, che ora è uno dei più importanti strumenti di protezione ambientale al mondo con più di 150 paesi aderenti e 1.750 zone umide. Fu anche il primo al mondo a parlare di “sviluppo sostenibile”. Alla fine, nell’inverno del 2020, negli Stati Uniti, ha esalato l’ultimo respiro e tutto ciò che è rimasto è la sua eredità.

“La protezione dell’ambiente è molto più preziosa della protezione del denaro di un paese” – Eskandar Firouz